L'INNO ITALIANO «FRATELLI D'ITALIA» Quando l'Italia passò da monarchia a repubblica, il «Canto degli Italiani» divenne Inno Nazionale della Repubblica Italiana (12 ottobre 1946) e fu limitato, per legge, solo alla prima strofa. | |
Fratelli d'Italia, l'Italia s’è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! | Fratelli d'Italia, l'Italia si è svegliata. Sul capo ha l'elmo di Scipione l'Africano, il vincitore di Cartagine. Dov'è la Vittoria? L'Italia ne afferri la chioma. Dio ha infatti concepito la Vittoria come schiava di Roma (e delle sue glorie). Schieriamoci in battaglia (la coorte era un'unità della Legione romana). Siam pronti alla morte, L'Italia ci ha chiamati. |
Chioma: il poeta si riferisce all'uso antico di tagliare le chiome alle schiave, per distinguerle dalle donne libere, che portavano invece i capelli lunghi. Dunque la Vittoria deve porgere la chioma, perche le venga tagliata, quale schiava di Roma sempre vittoriosa. | |
TESTO MUSICALE del musicista genovese Michele Novaro 1847 | TESTO POETICO del poeta genovese Goffredo Mameli a 20 anni scrisse il «CANTO DEGLI ITALIANI», poi divenuto «FRATELLI D'ITALIA» 1847 |